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A più di un decennio dalle prime implementazioni su larga scala, l’ascesa del Cloud non tende a diminuire. Nonostante le condizioni di instabilità geopolitica ed economica, infatti, nel 2022 la spesa in servizi Cloud è cresciuta del 18% in Italia raggiungendo i 4,56 miliardi di euro ed è trainata dalla componente Public & Hybrid Cloud.

Le attuali sfide del Cloud

 

I motivi alla base di questa tendenza, peraltro più che consolidata, sono noti: un’infrastruttura Cloud offre non soltanto indicatori prestazionali più che adeguati a qualsiasi scenario, ma anche una conformità normativa nettamente superiore a un decennio fa (motivo per cui la migrazione delle applicazioni critiche fu inizialmente vista con sospetto) e, soprattutto, livelli di scalabilità e resilienza migliori rispetto al tradizionale modello on-premise. Con in più, ciliegina sulla torta, un modello di costo flessibile che abbatte del tutto gli investimenti capex in hardware e software e li sostituisce con canoni (opex) allineati alle esigenze effettive e ai servizi utilizzati.

Negli ambienti IT, oggi non si discute più se sia opportuno o meno migrare al Cloud dati e applicazioni oppure adottare software SaaS. Restano invece di grande attualità altri temi, ovvero:

  • come scegliere l’infrastruttura e il provider giusto;
  • quale modello Cloud sia più adeguato a supportare il business aziendale e le sue ambizioni future;
  • come governare il modello Cloud;
  • come proteggere i propri ambienti IT (Cloud) da rischi di downtime (resilienza) e da attacchi interni ed esterni (sicurezza).

Le tipologie Cloud e il ruolo del provider nel Cloud Journey

 

Non sempre le aziende hanno le competenze interne per gestire un Cloud journey dalla A alla Z, ovvero:

1

identificare le applicazioni più indicate per la migrazione al Cloud (di solito, si parte dal non-core per minimizzare il rischio);

2

definire la strategia migliore, che può andare dal semplice lift and shift alla modernizzazione applicativa basata su dettami Cloud-native;

3

comprendere pro e contro delle tipologie di Cloud, ovvero dei paradigmi pubblico, privato e ibrido;

4

valutare il Multicloud per evitare il lock-in;

5

associare servizi Cloud orientati alla sicurezza e alla business continuity;

6

eseguire la strategia;

7

governare il modello Cloud;

8

monitorare le performance.

Sulla base di quanto appena affermato, affidarsi a un provider di servizi Cloud con una propria infrastruttura IT di riferimento ed esperienza dimostrabile, è sempre la scelta migliore. Anche in funzione del fatto che il tema evolve di continuo essendo legato a doppia mandata a quello dell’innovazione.

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Private Cloud vs Public Cloud (o entrambi?)

 

La scelta del modello di infrastruttura Cloud, ovvero della tipologia di Cloud, è solitamente demandata al partner competente.

Private Cloud e Hosted Cloud

Questi potrebbe orientarsi verso una soluzione privata (Private Cloud) se le valutazioni costi/benefici lo suggeriscono e se vi è un’esigenza particolare di controllo del dato. A tal fine, in Intesys Networking possiamo contare su un’infrastruttura dedicata ad altissime prestazioni che possiamo impiegare per implementazioni di Hosted Private Cloud, ovvero di Private Cloud su macchine di nostra proprietà, cui uniamo la loro gestione quotidiana (governance). Come si vedrà successivamente, quest’ultimo è un altro tema di grande attualità.

Public Cloud

Il Public Cloud resta un’alternativa invitante, per via della distribuzione geografica, della scalabilità pressoché infinita, della resilienza nativa delle infrastrutture dei grandi hyperscaler (Amazon, Google, Microsoft, IBM) e del modello di costo nativamente as-a-service.

Al giorno d’oggi, il Public Cloud è una soluzione percorribile anche per le mission-critical app di settori fortemente regolati, come l’ecosistema finanziario o healthcare. Sono infatti disponibili dei cloud verticali accessibili a tutte le imprese (pubblici), la cui caratteristica di punta è l’integrazione di tutti i controlli sul dato che solitamente sono presenti nelle infrastrutture on-premise delle grandi banche, delle assicurazioni, degli enti sanitari ecc. Anche in questo caso, però, il ruolo del partner è fondamentale, e non solo a livello strategico: gestire e monitorare implementazioni su Public Cloud come AWS o Azure non è banale e richiede competenze sempre più rare nel mercato odierno.

Cloud Ibrido

L’ipotesi più comune tra le grandi aziende resta il Cloud Ibrido, o meglio il Multicloud ibrido, con una componente privata per il massimo controllo sul dato e componenti pubbliche di più fornitori per evitare il lock-in e, al tempo stesso, per usufruire della scalabilità, degli spazi e delle capacità computazionali virtualmente infinite del mondo “public”. Il problema, se così lo possiamo definire, è che l’infrastruttura di Cloud Ibrido non può essere frammentata ma deve poi risultare unica e fluida nella capacità di movimento di dati e applicazioni. Hybrid Cloud è dunque la soluzione migliore sotto molti punti di vista (perché di fatto è il meglio dei due mondi), ma è anche quella più complessa da progettare, implementare, monitorare e gestire.

La gestione dell’infrastruttura Cloud e il ruolo di Intesys Networking

 

Come detto, oggi tutte le aziende sfruttano in qualche modo il Cloud. Il tema non è più legato all’opportunità o meno di adottarlo, ma a come sceglierlo e gestirlo. Si è visto, infatti, che l’infrastruttura Cloud può essere distribuita su data center pubblici e privati per formare un Cloud Ibrido, può avere una componente in-house, una nel data center del provider e altre in infrastrutture di più hyperscaler. Considerando che le aziende sono soggette a vincoli di compliance, e che talvolta non possono tollerare neanche un’istante di downtime (si pensi a servizi critici in ambito healthcare), il Cloud è la soluzione ideale solo se viene progettato e governato da mani esperte.

Ecco perché la soluzione QuiCloud di Intesys Networking non è un’infrastruttura pubblica cui chiunque può accedere, creare le proprie macchine virtuali e installarvi il suo software, ma è piuttosto un insieme di servizi a supporto della Cloud Transformation aziendale. Servizi che partono con la consulenza e la capacità di indirizzo rispetto alla strategia e all’operatività, ma comprendono anche la nostra infrastruttura scalabile, sicura e GDPR compliant nonché servizi di monitoraggio h24, di security & patching erogati in forma continuativa, di assistenza h24, di applicazione delle best practice di sicurezza e di resilienza, nonché di Cloud Migration a livello strategico e operativo, grazie al supporto di un team di esperti Security.

Oltre alle performance e alla resilienza, che peraltro facciamo confluire in appositi (e sfidanti) accordi sui livelli di servizio (SLA), il nostro obiettivo è la semplificazione: non forniamo (solo) macchine, ma un servizio a 360 gradi che punta a sollevare il Cliente da una complessità tecnica sottostante che può essere molto elevata, permettendogli di soddisfare i propri requisiti di performance e innovazione, con un costo adeguato alle sue esigenze e una resilienza di assoluto riferimento.

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Paolo Varalta

Autore Paolo Varalta

Amo l'automazione, il monitoraggio e la documentazione. In Intesys Networking mi occupo di definire e implementare i vari servizi gestiti offerti dall'azienda e di aiutare le aziende ad approcciare il Cloud e le tematiche di sicurezza.

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